Un viaggio fuori tempo
El Rocío appartiene ad un tempo oramai scomparso, fatto di strade di terra. Le sue basse case sono di un bianco abbacinante e sono fornite di stalli per legarvi i cavalli. Pochi turisti si aggirano per le vie deserte e non si scorgono abitanti. Per quasi tutto l’anno questa è la situazione in questo angolo di mondo.
El Rocío è una cittadina vicino Matalascañas, nella provincia di Huelva in Andalusia, nel sud della Spagna, all’interno del parco Nazionale de Doñana a circa 80 km da Siviglia.
Questo villaggio è molto noto in Spagna e all’estero perché ospita nella domenica di Pentecoste la Romería de El Rocío, una manifestazione di religiosità popolare. Decine di migliaia di pellegrini raggiungono in carrozza, a piedi o a cavallo il santuario di Nuestra Señora del Rocío al centro del villaggio in cui è conservata la Blanca Paloma.
La particolarità di questo villaggio consiste nell’essere comunemente abitato da non più di 1500 persone ma di concentrare, nella settimana di tarda primavera in cui cade la Pentecoste, una folla gigantesca. Si parla di circa un milione di visitatori che nella settimana della Romería alle funzioni religiose alternano canti, balli, banchetti.
L’aspetto della cittadina durante il resto dell’anno, fuori dal tempo frenetico della festa, non è meno affascinante. Le sue strade, perfettamente perpendicolari, non sono lastricate o asfaltate ma, per un agevole accesso ai cavalli, hanno il fondo in terra. Le case, di due o tre piani, sono dipinte di bianco con modanature ocra. La maggioranza di esse ha un portico anteriore con gli stalli per i cavalli. Quasi tutte le finestre rimangono chiuse. Le case, tra cui primeggiano un numero impressionante di confraternite utilizzate durante la Romería come ricovero per i pellegrini, sembrano per la maggior parte disabitate, in attesa. Si incontrano sparuti turisti e pochissimi abitanti.
I negozi e botteghe artigiane sono poche ed esclusivamente indirizzate alla devozione mariana e alla vita agricola, con carri e stalle un po’ ovunque. Alberghi e ristoranti non mancano, ma lavorano, quando lo fanno, a regime ridotto. La vastità dei locali testimonia il grande affollamento durante i festeggiamenti.
Gli alberi sono pochi, anche se non mancano degli antichi esemplari di ulivo, e qualche filare di palme, ma l’aspetto del paese è molto arido. Richiama molto l’immaginario collettivo dei film western del secolo scorso.
Il tempo in questo angolo di Spagna sembra paralizzato, senza nessuna voglia di scorrere. Passeggiando per le strade solitarie, ogni tanto si sente un nitrito. Accanto a muri bianchi con grandi portali carrai l’afrore inconfondibile fa percepisce chiaramente la presenza dei cavalli confermata di tanto in tanto da un allevatore che al passo cerca qualche turista per una foto ricordo.
Febbraio 2022